Che cos'è la Cinegustologia
Siete stufi di leggere le solite recensioni di cinema ed enogastronomia? quelle che dicono “buona la regia, bravi gli attori”, oppure quelle altre che parlano di vini coi sentori di mughetto e pietra focaia, e piatti che sono la rielaborazione filologicamente ragionata della cucina povera tradizionale. Io lo sono, pur avendole scritte per molto tempo, ed è per questo che mi sono inventato la Cinegustologia. Il problema sta nel fatto che le griglie linguistiche normalmente utilizzate dalla critica finiscono per inibire il libero sentire di tutti noi, obbligandoci – in nome di una presunta oggettività del comunicare – a percorrere certe strade preconfezionate. Così che se a noi “Blade runner” fa pensare al nostro primo bacio, e lo Chardonnay ci fa venire caldo ai piedi, e il bollito misto ci mette dentro la voglia di viaggiare, tutto questo mai potremo raccontarlo, quando a volte è proprio la pancia, più della testa, che riesce ad andare all’essenza delle cose.
M’è allora venuto in mente uno di quei giochi che facevamo da ragazzini, e cominciava più o meno così: “Se Pinco Pallino fosse un albero, che albero sarebbe?” “E se fosse un colore?”, fino a quando s’indovinava a quale compagno di giochi ci si stava riferendo.
Era un modo sinestetico e irrazionale, e forse più profondo, per raccontare Pinco Pallino, invece di dire che è alto, ha i capelli neri ed è simpatico. Partendo poi dalla considerazione che spesso, come conseguenza di quest’istintualità, descriviamo un film come duro, acido, morbido, amaro, dolce, ruvido e profumato, proprio come se fosse qualcosa da bere o da mangiare, ecco che l’associare liberamente un film a un piatto o a un vino, e viceversa, può costituire un modo più autentico per raccontare agli altri,e anche a noi stessi, le emozioni indotte da quel tipo d’opera d’arte (perché sia i film, sia i vini, sia i piatti, lo sono… almeno dovrebbero).
Che cos'è la Cinegustologia
Ancora due precisazioni. Innazitutto: perché proprio il cinema? Perché il cinema costituisce la forma espressiva più complessa, riunendo in sé tutte le altre (dalla letteratura, alla pittura, alla musica, alla fotografia, al teatro, alla danza, all’architettura), e quindi è quella che più d’ogni altra contiene in sé un’infinità di possibili associazioni sinestetiche. Anzi, cinegustologiche!
Poi, per concludere, la risposta a una possibile domanda: non è che la Cinegustologia finisce per diventare una nuova forma di linguaggio (critico) codificato, proprio come quelli cui s’è opposta, inibendo di nuovo, e per altra via, il nostro libero sentire? No, perché le associazioni cinegustologiche saranno diverse da persona a persona, in modo da dare a tutti la possibilità di esprimersi in maniera davvero unica. Così che “Amarcord” di Federico Fellini a qualcuno potrà sembrare un bianco strutturato ma bene ammorbidito dalla barrique, a un altro una zuppa di pesce ricca di sapori, e note dolci e amare, e consistenze diverse!
Siete pronti per iniziare il gioco? perché la Cinegustologia è sì una cosa seria, ma anche qualcosa di estremamente divertente!