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I Film

 

 

CANNES 2015: The lobster
di Yorgos Lanthimos, con Colin Farrel, Rachel Weisz, Léa Seydoux
GRECIA, GRAN BRETAGNA, IRLANDA, OLANDA, FRANCIA 2015
PREMIO DELLA GIURIA

L'idea di partenza di “The Lobster” viene da quella branca della fantascienza chiamata social sci-fi, ovvero quel genere che sfrutta il futuro per raccontare i valori distorti del presente. In un tempo non troppo lontano la vita di coppia, eterosessuale o omosessuale, è obbligatoria, essere soli è un reato. In questo mondo distopico David, appena abbandonato dalla moglie, si ritrova scaraventato in un albergo dove in 45 giorni dovrà trovare una compagna altrimenti subirà la stessa sorte del fratello, essere trasformato in un animale. Ma piuttosto che un cane, come il fratello, David vuole trasfigurarsi nell'aragosta del titolo. Un animale “aristocratico” capace di vivere oltre cent'anni che rimane fertile per tutta l’esistenza. Incapace di trovare qualcuno, David fugge e raggiunge l'enclave dei Solitari, società parallela che fa della solitudine il proprio obbiettivo principale. Ma presto si ritroverà sottoposto alle stesse distorte regole cui doveva sottostare nella società “normale”.

Eclettico viaggio fantascientifico nelle regole dell'amore, “The Lobster” è un semplice racconto sull'incontro tra due persone e la nascita di quel sentimento che però il film racconta seguendo la strada dell'anti-emozionalità proprio per sottolineare come questa spasmodica ricerca di una persona da amare svilisca il sentimento stesso. Per questo, guardando il film, non mi viene in mente di mangiare un'aragosta, con il suo sapore dolce e succoso, bensì un bel cirashi di salmone dove il riso bianco, da ingrediente semplice, ai limiti del mero contorno, viene esaltato e trasformato in qualcosa di molto più strutturato e avvolgente grazie alla presenza del salmone.

Diego Garufi