I Film
  
CANNES 2019: Rocketman
di Dexter Fletcher, con Taron Egerton, Bryce Dallas  Howard
USA   2019
  Reginald Dwight, meglio noto come Elton Hercules John,  sta raccontando la sua vita ai membri di una casa di cura mentre, tutti  insieme, stanno facendo terapia di gruppo. Già l’infanzia appare difficile,  nonostante il talento: il piccolo pianista prodigio è infatti costretto a  destreggiarsi tra un padre assente e anaffettivo, e una madre presente ma  profondamente cinica. Solo la nonna è amorevole, incoraggiandolo a diventare un  vero musicista. A partire di qui l’intera pellicola-musical ripercorre con  ritmo crescente tutti i suoi momenti più iconici, ma anche difficili, viste le  sue (molte) dipendenze: dal sesso, dalla droga, dall’alcol, dal cibo, dallo shopping.  Centrali per la sua vita privata e per la sua carriera sono gli incontri con  l’amico-paroliere, Bernie Taupin, e con l’ex compagno ed ex manager (e  traditore) John Reid.
  
  Questa continua dicotomia tra felicità e depressione,  amore e tradimenti, successi e senso di inadeguatezza, libertà e dipendenza, mi  fa associare la pellicola a una Cotoletta  di pollo in stile “grissinopoli”. Il pollo, tenero e delicato, rappresenta  il lato più innocente e schivo di John che però – suo malgrado – si deve interfacciare  con la una lampante predisposizione al successo. In più il pollo è sempre buono,  comunque venga cucinato, proprio come il piccolo Reginald ha le potenzialità  per emergere nei più svariati ambiti del rock. A ciò, tuttavia, si contrappone la  panatura che, fatta com’è di grissini sbriciolati, è spigolosa e irregolare,  quasi “borchiata” come i suoi costumi eccentrici (di scena e di vita): uno  scudo protettivo che, nell’età adulta, usa per proteggersi contro il mondo. Ma  è la cottura nel burro che fa dialogare il fuori e il dentro, diventando un  ponte di collegamento che, pur mantenendo la morbidezza della carne e la croccantezza  “appuntita” dei grissini, diventa una specie di bilanciamento, dando più  struttura al pollo e ammorbidendo il secco della corazza.  
  
Claudia Quaranta