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Le vostre recensioni

Dogville
di Lars Von Trier, con Nicole Kidman, Lauren Bacall e Stellan Skarsgård
febbraio 2011


Il racconto drammatico sulla crudeltà e ipocrisia umana che si risolve in un finale vendicativo, estremo e neanche lontanamente consolatorio: una conclusione nel segno della morale. Ecco “Dogville”.
Quello che mi colpisce di questo film è l’impostazione fondata sulla sottrazione dell’allestimento. L’ambiente è spogliato, chiuso, disegnato da pochi accessori di scena e da linee bianche come gesso su una lavagna severa. Scelte che servono a valorizzare la recitazione degli attori, dall’interpretazione sicura di una straordinaria Nicole Kidman alla sapiente bravura di Lauren Bacall. La forza dell’assenza quasi totale delle scenografie è tutta a favore di parole e di gesti, perché l’esibizione di virtuosismi e bravure stilistiche non rientra negli intenti del regista danese Lars von Trier.
La consonanza fra questo film e il settore della gastronomia? Forse l’audacia di un cuoco piemontese.
Nella “Check salad” di Davide Scabin  sono rintracciabili concezioni e istanze molto simili. La stessa sottrazione delle decorazioni che altrimenti distrarrebbero dal contenuto e la stessa ricerca intellettuale segnata da essenzialità e purezza.
Un piatto che sostiene l’autenticità dei sapori della natura. Gli interventi esterni sugli ortaggi sono limitati ad una soluzione salina spruzzata al momento da un vaporizzatore di antica memoria. Al posto di forchetta e coltello delle bacchette orientali per rispettare l’integrità e la bellezza della natura messa a tavola.
Ecco la morale del gusto secondo Davide Scabin.
Un ultimo punto di contatto fra von Trier e Scabin: se il regista danese abbandona con “Dogville” i postulati di Dogma ’97, uno su tutti “le riprese devono aver luogo in esterni”, il cuoco del museo del Castello di Rivoli con la “Check salad” passa dall’uovo cibernetico al nuovo filone di “ecologia gastronomica”. Ancora un buon inizio.

Giada (Master Gambero rosso 2011)



Grazie Giada, il tuo parallelo è molto intrigante, e cinegustologicamente perfetto. Ho solo una domanda: credi che piacerà a Scabin essere paragonati a Lars Von Trier? Potremmo anche chiederglielo...

Marco


Potiche