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I Film



Quo vado
di Gennaro Nunziante, con Checco Zalone, Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli, Lino Banfi.
ITALIA 2016

Coi comici “veri”, cioè quelli che hanno una precisa caratterizzazione, funziona spesso così: o ti piacciono a pelle, oppure li detesti. Checco Zalone è uno di questi, perciò diverse persone lo scartano a priori, cioè a prescindere dal tipo di cinema che fa. Per me è l’esatto contrario: solo a guardarlo Luca Medici (alias “che cozzalone”) mi sta ipersimpatico. Ciò nonostante (!), quindi mettendo da parte il mio pregiudizio (positivo), credo che sia uno dei pochi (veri) autori che abbiamo oggi in Italia. L’unico che fa satira, l’unico che entra a gamba tesa sul politicamente corretto, l’unico che svela le molte ipocrisie sociali, l’unico che – come ai tempi della grande commedia all’italiana – fa ridere tutti raccontando i problemi (talora tragici) che toccano appunto quei “tutti”. “Quo vado” è l’ennesima prova di ciò, perché all’interno di una confezione filmica più che ineccepibile (cioè: il film ha dei dialoghi molto curati, è recitato più che bene, è montato coi giusti tempi, i commenti musicali non strabordano, ecc ecc) Checco riesce a toccare tanto i palati popolari (della serie: coloro che vanno al cinema una volta l’anno), quanto un buon numero di quelli snob, affrontando questa volta due nuovi temi sociali: da un lato il mito del posto fisso, dall’altro lo scontro fra la civiltà nordeuropea e le furberie all’italiana. C’è qua e là un po’ di demagogia, certo, ma è accompagnata da una tale dose di autoironica consapevolezza che la si perdona subito, pure se ci viene propinata (e questo forse era evitabile) anche nel finale.

Il film, che più di altri appare addirittura – a modo suo – “elegante”, è decisamente una tartina al salmone: fuori – fra il burro e il salmone – è tutto un tripudio di morbide dolcezze, sotto c’è la tartina che “scroccando” dà la cifra dell’ironia, ma in mezzo – infingarda – si nasconde la fettina di limone che scompagina tutto con la sua dose di spiazzante acidità, alter ego della satira.

Marco Lombardi


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