I Film
CANNES 2012: Un sapore di ruggine e ossa
di Jacques Audiard, con Marion Cotillard e Matthias Schienarts
Accidenti quanto importa la regia. Pensate un po’, uno per strada vi dice che ha appena visto un film che racconta la storia d’amore tra un ragazzo simile a un animale, tutto istinto e niente cuore, e una ragazza che addestra le orche, ed è ipersensibile. Lui rubacchia e gira la Francia con un ragazzino che è suo figlio ma quasi non conosce, lei vive con uno di cui non è innamorata. S’incontrano, si annusano. Poi lei ha un incidente e perde le gambe. Lui la va a trovare. La assiste. Fa delle cose belle, senza manco rendersene conto. Anche lei lo fa, perché lui le gambe le ha, ma non le sa usare nel mondo e nella vita. Lo andreste a vedere, quel film? Forse no, pensereste che il potenziale di retorica è così alto che quella storia non può non diventare - prima o poi - involontariamente ridicola. Se però ci sono due grandi attori che vengono diretti col cuore e (soprattutto) con la testa, allora ogni angolo di fotogramma può risultare autentico. Persino poetico quando loro due scoperanno solo per vedere se lei può ancora godere, nonostante si tratti di una specie d’esperimento medico. Il finale è un po’ (troppo) consolatorio, ma il film è bello. Molto. Verosimile e sincero, nonostante sia fatto col bilancino, e nonostante sia (sottilmente) violento. Quasi più di ”Un profeta”, il film precedente di Audiard.
Avete presente la cassata siciliana? Un dolce così colorato da sembrare finto, così zuccherino da essere potenzialmente respingente. Eppure, se si segue bene la regia… ops! la ricetta, e si usano dei canditi come si deve, capaci di renderlo paradossalmente fresco, allora quel dolce vi sembrerà piacevolmente invisibile. Quasi un antipasto, quasi un benvenuto. Con la (fragile) glassa che ricorda lui, e la (morbida) ricotta che fa pensare a lei.
Marco Lombardi