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CANNES 2011: il palmarès

Da una giuria americana D.O.C. con il trio De Niro-Jude Law-Uma Thurman ci si poteva aspettare un verdetto altrettanto americano, e così è stato: la palma d’oro è infatti andata a “The tree of life” di Terrence Malick, un film che cerca un modo immaginifico, cioè non narrativo, per rinvenire nel creato, e nella storia dell’esistenza, il senso del morire di un bambino che vive con sofferenza il diverso modo di essere dei genitori. Premio giusto a un film che sembra un tartufo nel suo profumare allo stesso tempo di fango e vegetali, unendo insieme – in maniera complessa – l’idea della morte a quella della vita.
Del (meritatissimo) premio per la migliore interpretazione maschile abbiamo già parlato a proposito di “The artist”, mentre altro “giusto” riconoscimento è il premio speciale della giuria a “Il ragazzo con la bicicletta” dei fratelli Dardenne che hanno fatto il loro miglior film nel raccontare ancora l’infanzia maltrattata, ma questa volta attraverso un’ineluttabilità possibilista (e soprattutto meno compiaciuta) che sa di amaro in maniera speziata, come un piatto di cicoria ripassato in padella col peperoncino. Qualcosa in più avrebbe meritato “Melancholia” se il suo regista Lars Von Trier non avesse abboccato alla provocatoria domanda di una giornalista (che individuava nel suo film “un’estetica nazista” – ?!?) facendo emergere tutto il suo ego scomposto e dicendo le cose deliranti che tutti conosciamo a proposito di Hitler. Però anche il premio a Kirsten Dunst ci sta, e la sua interpretazione – nel raccontare l’apocalisse in maniera morbida e dolce – sembra un tiramisù reso più acido da un eccesso di caffè.

Marco Lombardi


Potic

 

 

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