Le vostre recensioni
Il mago di Oz
di Victor Fleming, con Judy Garland e Frank Morgan (USA,1939)
febbraio 2011
Il vortice del tornado che catapulta la giovane Dorothy Gale dal Kansas al “meraviglioso regno di Oz” porta alla mente l’immagine di tuorli d’uovo sbattuti violentemente con una frusta e montati, montati, montati… fino a diventare una soffice spuma. E si perdono i contatti con la dimensione originaria: le uova non sono più riconoscibili ed il Kansas non c’è più. Al suo posto, un sentiero dorato da seguire e strani personaggi: Mastichini, streghe (“buone” e “cattive”) e, come amici d’avventura, uno spaventapasseri, un uomo di latta ed un leone codardo. Saranno proprio questi ultimi a scortare la ragazzina dalle scarpette di rubino nel viaggio attraverso il regno per incontrare il Mago che la ricondurrà a Casa, e ad “addolcirle” la pillola di questa amara situazione. Allo stesso modo, lo zucchero aggiunto alle uova le faciliterà nell’arduo compito di gonfiarsi. Completerà il tutto un goccio di Marsala, responsabile - alle volte - delle false suggestioni nella mente di chi lo consuma. Chissà, forse quello di Dorothy è solo un lungo sogno, oppure il frutto della sua fantasia.
Il “Mago di Oz” è un film che rimanda - lo avrete capito - allo zabaione. È questo il dessert con cui i nonni sono soliti coccolare i propri nipotini, i quali, a ragione, non possono non pensare: “nessun posto è bello come casa mia”.
Flavia (Master Gambero rosso 2011)
Brava Flavia! Tu hai raccontato cinegustologicamente “il film che si fa”, che è speculare al “piatto che si fa”: anche in un film, infatti, aggiungendo scene, e interpretazioni, e brani musicali, si continuano ad aggiungere ingredienti… nella speranza che il risultato finale (nel tuo caso lo zabaione) sia diverso dalla semplice somma delle singole materie prime. Cosa non scontata, perché lo zabaione può anche non montare, e – soprattutto – la maionese impazzire! Grazie per il tuo interessante contributo.
Marco