I Vini
Riesling renano
Haart
Luglio 2016
Altro che rossi! il mio personalissimo re, in quanto a vini, si chiama Riesling, Riesling renano. Ce ne sono di secchissimi come di dolci, ma il minimo comun denominatore di tutti è quella sua splendida acidità che li rende longevissimi, a volte più degli esseri umani. Un’acidità mescolata a un’aromaticità minerale che talora – ai palati meno esperti – fa sembrare dolci dei Riesling che invece sono secchissimi.
L’acidità in alcuni casi è esuberante, mentre in altri la struttura risulta essere molto impegnativa: per questo il mio Riesling renano preferito è quello che riesce a mettere d’accordo freschezza e aromaticità, così che quel vino lo si può bere tanto distrattamente, quanto “da concentrati”. È esattamente quello che capita con le migliori commedie che, sotto l’involucro della piacevolezza e del divertimento, contengono mediamente una struttura semantica di assoluta (e acidissima) profondità: ecco perché il meraviglioso Haart (d’ora in poi in inglese “cuore” lo scriverò così) mi ha fatto pensare al recente (e bel) film di Paolo Genovese, Perfetti sconosciuti. Il vino è infatti come il film: di fuori ha questa aromaticità che ti riempie di piacere ogni angolo della bocca, di dentro una (integrata, se non addirittura nascosta) acidità che da sola sarebbe insopportabile. Così se in questa commedia il gioco dei telefonini da lasciare sopra il tavolo, durante una cena fra amici, risulta in apparenza un gioco che ci diverte, fra messaggi e chiamate e chat che non si sarebbero dovute (innocentemente) conoscere, piano piano diventa invisibilmente un acidissimo modo per svelare le ipocrisie, le discriminazioni e i tradimenti di una società fatta di compagnie finte come questa. Un’acidità che però anche alla fine viene avvolta da un quasi happy-ending aromatico, cioè molto strutturato, che sembra (solo sembra) annullare le punte più accuminate, quelle che farebbero male al cuore.
Paolo Genovese per questo film aveva pensato a un vino, cioè a un bianco biodinamico che una coppia di amici acquista per strada prima della cena. L’associazione cinegustologica ci potrebbe stare, perché anche lì c’è qualcosa di bello (l’agrumato del vino) che nasconde i sentori un po’ animali tipici del biodinamico (e associabili alle istintualità dei personaggi), ma io in Perfetti sconosciuti rinvengo un’eleganza complessiva che mi fa pensare di più a questo meraviglioso Riesling renano di Haart.
Marco Lombardi