I Film
  
  Shame
    di Steve  McQueen, con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale
    uscita in Italia: 13 gennaio    
    
    Che  cos’è la pornografia? Il sesso ritratto in maniera esplicita, senza poesia o  ghirigori, così da risultare potenzialmente lesivo del comune senso del pudore.  In effetti basterebbe accendere la televisione, anche in fascia protetta, per  capire che questo concetto dovrebbe essere quantomeno “rielaborato”, e che  oggi, forse, la pornografia è quella di cui il protagonista di “Shame” – Michael  Fassbender, migliore attore al festival di Venezia 2011 – ha paura: l’amore. Perché  – dietro la patina delle ipocrisie – mette a nudo e costa più fatica, tanto a  darlo quanto a riceverlo. Al punto che – ed è quello che lui fa nel film – il  sesso può paradossalmente diventarne l’antidoto.
“Shame”  narra infatti la storia di un uomo – bello e affascinante – che si serve del  sesso per non guardarsi dentro. Per annullare con un pizzico di piacere – poco,  e sempre meno intenso, proprio come succede con le droghe – il dolore che prova  nel constatare di non essere capace d’amore rispetto alle donne via via diverse  che frequenta, e neanche verso la sorella che è la sua esatta antitesi, un  cuore di cristallo pronto a spezzarsi da un momento all’altro. Il sesso  riuscirà sempre di meno a farlo fuggire da sé, così costringendolo a situazioni  e rapporti sempre più estremi…
“Shame”  è durissimo. Anzi, acidissimo. Ma è anche bellissimo perché – dietro le tenebre  – contiene freschezza e molti aromi, proprio come un piatto di zucchine  ripassate in padella con aglio e olio. Tanta “vita”, eppure, è nascosta da un  mare di acqua e di aceto, fino a diventare carpione. Tutto quell’acido ricopre  le zucchine, ma – paradossalmente – ne esalta gli aromi, nonostante la  fortissima acidità. È per questo che il film mi pare un ottimo piatto di zucchine in carpione. Per quanto ci  s’impegni a coprire i sentimenti, infatti, quelli – alla fine – sempre  prevalgono, come succede nel finale di “Shame”. Come (quasi sempre) succede  pure nella vita.
  Marco Lombardi